Tricopigmentazione | Simula i capelli rasati in caso di calvizie.

La Tricopigmentazione è una tecnica estetica che consiste nell’introduzione di un pigmento a livello del derma superficiale attraverso l’ausilio di apparecchiature specifiche, al fine di simulare otticamente l’effetto del capello rasato in zone del cuoio capelluto glabre o diradate.

Sebbene il principio che guida l’esecuzione del trattamento sia simile a quello del tatuaggio, le due discipline sono completamente diverse per quanto riguarda i macchinari utilizzati, le manovre realizzate dall’operatore, i pigmenti inseriti, ecc.

La Tricopigmentazione rappresenta un’evoluzione del tatuaggio, ed entrando ancora più nello specifico, della micropigmentazione, e si specializza nel trattamento della zona dello scalpo rispettandone le caratteristiche e le peculiarità. Ricordiamo, infatti, che il cuoio capelluto è caratterizzato dalla presenza di ghiandole sebacee, che rendono la pelle differente da quella di tutte le altre zone del corpo.

 

La Tricopigmentazione Permanente. Perchè preferirla alla temporanea?

Esistono due grandi scuole di pensiero a livello mondiale. La prima afferma che sia preferibile una tricopigmentazione eseguita con pigmenti permanenti (da tatuaggio), la seconda che è sicuramente preferibile richiederne una temporanea. La grande differenza sta nell’utilizzo di polveri con particelle superiori a 25 micron per la tricopigmentazione permanente e inferiori a 15 micron nella temporanea. La grandezza delle particelle va ad impattare sull’effettiva capacità dell’organismo di espellere le polveri. I professionisti che eseguono tricopigmentazione permanente la preferiscono perchè più definita per più tempo e perchè necessita di manutenzioni assai meno frequenti rispetto a quella temporanea. La tricopigmentazione permanente, almeno all’inizio, ha un costo superiore a quella temporanea.

 

La Tricopigmentazione temporanea. Perchè preferirla alla permanente?

Il pigmento specifico da Tricopigmentazione è completamente bio-riassorbibile. L’assorbimento e la conseguente scomparsa del colore si verificano nell’arco di circa 2-3 anni. La durata dipende da diversi fattori, quali le caratteristiche della pelle, la capacità di assorbimento del sistema immunitario, l’età e le abitudini dell’individuo, ecc.

Il processo di scomparsa del pigmento è dovuto alle caratteristiche delle polveri che lo compongono. Attraverso un processo di centrifugazione, incapsulamento e filtraggio, si selezionano solo quelle polveri le cui dimensioni sono inferiori a quella dei macrofagi del sistema immunitario. Questi ultimi hanno una grandezza di 20 micron, mentre le polveri del pigmento specifico di 15 micron. In questo modo il sistema immunitario è in grado di fagocitarle ed espellerle come avviene per tutte quelle sostanze di cui il nostro corpo non necessita.

 

Perché si sceglie un pigmento riassorbibile?

Le ragioni di questa scelta sono molteplici. Innanzitutto si tiene conto del processo fisiologico di incanutimento che interessa i capelli di ogni individuo. Un pigmento permanente non può essere modificato nella colorazione una volta che i capelli sono bianchi. Inoltre chi si sottopone al trattamento di Tricopigmentazione temporanea può interrompere le sedute e lasciare che il pigmento scompaia, in modo da evitare che vi sia una differenza innaturale tra i capelli bianchi e i puntini realizzati dal tecnico.

In secondo luogo è importante offrire a ogni individuo la possibilità di cambiare il proprio look passando da un trattamento con capello rasato a una copertura con capelli lunghi e viceversa.

Non da ultimo, è essenziale ricordare il fatto che le caratteristiche morfologiche del volto si modificano radicalmente nel corso del tempo. Una hair line (linea frontale) adatta a un ragazzo di 20 anni potrebbe ad esempio risultare innaturale sullo stesso volto quando l’uomo raggiunge i 60 anni.

 

In quali casi è possibile eseguire un Tricopigmentazione?

La Tricopigmentazione vive da diversi anni una grande diffusione nel mondo estetico così come in quello medico. Sempre più esperti scelgono questa tecnica per fare fronte alle esigenze di quell’ampia percentuale di popolazione che soffre di caduta dei capelli.

La tecnica è riconosciuta dai più importanti chirurghi specializzati nel trapianto di capelli a livello internazionale come valido complemento alla chirurgia e, in alcuni casi, come alternativa alla stessa qualora un trapianto non sia possibile a causa della mancanza di un’area donante sufficientemente ricca o per la presenza di particolari patologie.

Uno degli ambiti di applicazione della Tricopigmentazione, dove la tecnica rappresenta l’unica opzione a disposizione, è l’alopecia totale. Questa patologia consiste in una perdita totale dei capelli. Il tecnico specializzato può ricostruire interamente la linea dello scalpo e realizzare otticamente le densità tipiche di un cuoio capelluto rasato.

Si tratta di uno dei casi di più difficile realizzazione poiché l’operatore deve lavorare anche nella zona occipitale e sulle aree parietali dello scalpo, caratterizzate da una pelle estremamente sottile e delicata, nella quale il pigmento tende ad espandersi portando a un effetto innaturale. Di conseguenza, sono necessarie grandi abilità tecniche ed esperienza per ottenere un risultato d’eccellenza.

 

Tricopigmentazione su alopecia androgenetica (calvizie comune).

Un ulteriore ambito di applicazione della Tricopigmentazione è l’alopecia androgenetica, o calvizie comune. In questo caso sarà premura dell’operatore comprendere se sia possibile eseguire un trattamento con effetto densità, mantenendo i capelli lunghi, o se al contrario un effetto rasato sia l’unica opzione disponibile a causa di una densità insufficiente.

Nel primo caso il tecnico dovrà lavorare raggiungendo la massima densità possibile sul cuoio capelluto, in modo da coprire otticamente le trasparenze visibili sullo scalpo, donando alla chioma un aspetto più folto. Nel caso, al contrario, di trattamento con effetto rasato, l’obiettivo del tecnico sarà l’eliminazione della differenza di densità nella zona di raccordo tra l’area glabra e i capelli del cliente, al fine di donare omogeneità alla sua immagine.

La Tricopigmentazione si rivolge anche alle donne che presentano un diradamento. È però essenziale che ogni caso sia analizzato con particolare cura per comprendere se la Tricopigmentazione possa soddisfare le aspettative della cliente.

Anche in presenza di alopecia areata, condizione in cui la caduta la caduta di capelli si manifesta nella formazione di chiazze glabre sullo scalpo, la Tricopigmentazione rappresenta un buon metodo di camouflage per omogeneizzare il cuoio capelluto e ridonare ordine allo scalpo.

 

Tricopigmentazione e chirurgia, che legame esiste tra il mondo chirurgico e quello estetico?

Come anticipato, la Tricopigmentazione è riconosciuta dai principali chirurghi esperti di trapianto di capelli come una tecnica complementare all’intervento, per migliorarne la resa estetica ed eliminare le trasparenze dovute ai limiti numerici della chirurgia.

La tecnica di autotrapianto è diventata famosa anche grazie alla nascita di ospedali specializzati nel trapianto di capelli in Turchia con medici ormai di fama mondiale

Durante ogni sessione di trapianto, infatti, è possibile prelevare soltanto un numero limitato di unità follicolari che, in alcuni casi, non saranno sufficienti a coprire l’intera zona interessata.

Inoltre, qualora il trapianto non dia i risultati sperati e il paziente sia costretto a rasarsi, la Tricopigmentazione non permette soltanto di rendere omogenea e naturale la zona ricevente, cioè quell’area dove sono state inserite le unità follicolari durante la chirurgia, ma offre anche la possibilità di camuffare le cicatrici di estrazione.

Infine, la Tricopigmentazione può offrire la possibilità a coloro che indossano un sistema protesico, di liberarsi delle continue manutenzioni richieste, tramite un trattamento con effetto rasato. Naturalmente il tecnico specializzato dovrà indicare al portatore di protesi le modalità con cui dovrà favorire una guarigione totale della pelle prima di sottoporsi al trattamento.